Noi Siamo il Derthona è un’associazione di tifosi appassionati del Derthona FbC 1908 nata nel 2012 e che dal 2017 ha reagito al fallimento della squadra del cuore fondando Hic Sunt Leones Derthona, la squadra che ha riportato l’entusiasmo, partendo dal basso, nella Tortona calcistica.
Promozione e Coppa di categoria nella prima stagione da ‘gestori ufficiali’ del club. Quali sensazioni al termine di questa stagione? E quali insegnamenti vi ha lasciato?
E’ stata un’annata straordinaria e irripetibile, nel senso letterale dei termini. Iniziata con una serie di vittorie che ci hanno lanciato saldamente in testa alla classifica, proseguita con una leggera flessione nella parte centrale della stagione e con un finale emozionante: di fronte a un pubblico di più di mille tifosi abbiamo conquistato per il secondo anno di fila la vittoria del campionato, con conseguenze promozione alla massima categoria dilettantistica regionale, l’Eccellenza, ed è stato … bellissimo!
L’insegnamento più importante è stato questo, a nostro modesto parere: nei momenti difficili, occorre fare quadrato e garantire il massimo sostegno, solo così si riesce a giocarsi fino in fondo le proprie carte. Citiamo solo due episodi: abbiamo perso una partita a tavolino per un errore tecnico, che ha suscitato diverse critiche e polemiche, ma dopo sette giorni abbiamo vinto in casa, con il pieno appoggio della società e del pubblico verso chi aveva sbagliato, giocando molto bene, la partita contro il C.B.S. Torino, che sarebbe poi arrivata a soli due punti da noi; a Ivrea in semifinale di Coppa Italia, dopo aver perso una grande occasione la domenica precedente di “chiudere” il campionato a causa di un deludente pareggio in casa, abbiamo preso due reti nei primi sette minuti, ma il tifo è ripartito più forte di prima, caricando i ragazzi in campo e trascinandoli a una grande rimonta.
Un passo indietro. Da dove siete partiti e come è stato strutturato il club dopo il fallimento?
Noi Siamo il Derthona nasce nell’autunno del 2012, con il Derthona FbC 1908 stabilmente in serie D, seppur con grossi problemi di indebitamento, ed è cresciuta gradualmente fino a raggruppare più di settanta soci, di ogni estrazione sociale e approccio alla partita. Per anni il trust è stato impegnato principalmente in iniziative di promozione della passione per i nostri colori, come mostre fotografiche di storia del tifo e del club, una tre giorni di festa del calcio, la partita che ha riunito più di 50 “vecchie glorie” dei Leoni, le raccolte fondi natalizie a scopi benefici (donato un defibrillatore per le giovanili), l’esposizione delle maglie storiche nelle vetrine della città… Qui una veloce carrellata: https://www.nsderthona.org/iniziative/
Una tappa fondamentale per l’organizzazione è stata il recupero per la comunità dei tifosi, sotto forma di concessione ad uso esclusivo da parte del registrante, del marchio storico del Derthona. https://www.nsderthona.org/2015/06/16/il-marchio-del-derthona-fbc-1908-ai-tifosi/
La credibilità conquistata in quegli anni ha permesso, da un lato, di poter svolgere un ruolo di voce critica rispetto agli aspetti di gestione del club che ci parevano poco chiari o non condivisibili e dall’altro di avere la forza di poter essere il “motore” della rinascita del Leone dopo il fallimento del luglio 2016. Dopo un anno di forzato stop, nella primavera del 2017 siamo ripartiti dai campi di provincia della Prima Categoria, grazie a un accordo con una società limitrofa a Tortona e un imprenditore pavese, Gianluca Sacchi, con un gruppo di tifosi, i cui otto decimi proveniva dall’esperienza di Noi Siamo il Derthona. Organizzare, praticamente da zero, una società, è stato molto duro, dovendo affrontare non solo gli avversari in campionato, ma anche una sorta di “sfida nella sfida” dal punto di vista della legittimazione, con un’altra società che aveva preso il nome di Derthona in serie D. La risposta di tifoseria organizzata, giovani e anziani, piccoli sponsor, volontari, in pratica dell’intera città, è stata inequivocabile e al di là di ogni più rosea previsione. La “piazza” tortonese è risultata, in Prima Categoria, come una delle più calde e numerose dell’intero Piemonte.
Come è si è articolato il processo di passaggio completo sotto il vostro controllo?
Alla fine dalla prima stagione della rinascita abbiamo attraversato un momento molto difficile, dal punto di vista economico e organizzativo, che poi è stato risolto, fortunatamente, con l’ingresso di un “main sponsor” e la presa in carico completa della società da parte della componente tifosi. Dopo pochi giorni sono arrivate la vittoria della Coppa di categoria (al giovedì) e la conquista della promozione in campionato dopo un drammatico spareggio. In seguito si sono aggregati altri soci tifosi e ora il consiglio direttivo è composto esclusivamente da tifosi.
Quali sono state le nuove responsabilità del nuovo ruolo? Quale esempio significativo?
Il consiglio direttivo ogni anno decade, anche se da statuto i consiglieri non sarebbero tenuti a tale gesto, e viene indetto il rinnovo delle cariche di fronte all’assemblea dei soci. Ogni membro del consiglio, pur nel rispetto dei reciproci ruoli, si occupa di una macro-area di attività, ma ampio spazio di manovra e gestione viene lasciato all’area tecnica. Tutti i soci hanno ruoli, più o meno estesi, perché la gestione di un grande e problematico impianto come il Fausto Coppi richiede molta attenzione, perché la raccolta di sponsorizzazioni e contributi è basilare per saldare il legame con il territorio, ecc … Ogni aspetto, se possibile, viene gestito in autonomia da uno o più soci.
Dove siete riusciti a fare bene e dove invece pensate sia utile lavorare per migliorare
Si può sempre migliorare in tutti i settori: ottenere risultati sportivi migliori sarà oggettivamente impossibile. Si sta lavorando per migliorare sia la gestione dello stadio, che pesa molto sulle casse societarie, sia l’organizzazione, per evitare di sovrapporci o non essere coordinati, mentre per gli aspetti della comunicazione ci potranno essere a breve delle novità che speriamo incontrino il favore del pubblico.
L’HSL Derthona nella comunità, quali sono le attività che svolgete sul territorio? C’è il supporto delle istituzioni? Nuovi progetti per la prossima stagione?
L’HSL Derthona si è rivelata essere la società calcistica che la città sente come legittima erede della tradizione gloriosa del Derthona FbC 1908 e questa è una grande responsabilità, oltre che un onore. Un tifoso, alla fine della scorsa stagione, ha scritto un commento molto commuovente, in cui sosteneva che, al di là dei meriti sportivi, il più grande risultato ottenuto da HSL Derthona è stato quello di aver permesso a una delle ultime forme rimaste di aggregazione sociale cittadina, la comune passione calcistica, di svolgere un ruolo quasi “terapeutico” di crescita dell’orgoglio e dell’autostima su chi, per tante ragioni, ha poche possibilità di sentirsi soddisfatto della propria esistenza. Se davvero è stato così, anche solo per un singolo tifoso, possiamo ritenerci soddisfatti.
Collaboriamo con le istituzioni, anche al di là dei ruoli tecnici, per la gestione degli impianti e per l’organizzazione di un evento, divenuto ormai tradizionale, della presentazione in città della squadra. Nella prossima stagione ci piacerebbe consolidare alcuni legami con le eccellenze enogastronomiche del tortonese, al fine di sviluppare una sinergia sempre più organica tra promozione del territorio e passione calcistica
Quale è l’idea di club che vi ispira? A quale modello ambite?
E’ una domanda a cui è difficile rispondere, perché ognuno di noi ha la propria idea e anche i modelli possono cambiare. Tutti sogniamo di poter tornare a essere “piccoli tra i grandi”, come successe per negli anni Settanta e Ottanta, mantenendo però la capacità di saper coniugare efficacemente gestione oculata, partecipazione popolare e alimentazione dell’entusiasmo.
Dove vedete il vostro club nel medio periodo? Quali saranno le sfide?
Siamo una società dilettantistica che deve prestare massima attenzione alla sostenibilità economica dei programmi, per evitare la ripetizione di eventi dolorosi come il fallimento di qualche anno fa. Ora viene il difficile, mantenere alto il livello di coinvolgimento anche in possibile assenza di risultati sportivi eclatanti, come successo nei primi due anni, sarà la vera, difficilissima, sfida.
Quali saranno le novità della prossima stagione e quale è la vostra visione del futuro? Dove concentrerete le vostre energie?
Dopo due anni di grande impegno nello strutturare la società, come Noi Siamo il Derthona vorremmo riprendere il discorso di stimolare un maggiore coinvolgimento dei tifosi in un’impresa titanica: ammodernare la nostra casa, il vecchio stadio Fausto Coppi, in modo da renderlo di nuovo un gioiello per la città e gli sportivi.
Il vostro messaggio alla rete dei tifosi?
Cerchiamo sempre di costruire, nelle singole comunità, qualcosa che ci renda orgogliosi della nostra passione.
Il vostro messaggio alla rete di SD Europe, cosa potete apprendere alla rete europea e quale può essere il vostro contribuito?
In Europa ci sono così tanti esempi virtuosi della travolgente passione dei tifosi, che non osiamo paragonarci a nessuna di quelle fantastiche realtà. Nel nostro piccolo, andiamo avanti un passo alla volta, orgogliosi di far parte di un movimento epocale che porterà, prima o poi, il calcio a essere più a misura di tifoso, il vero protagonista.