Pippo Russo: a Taranto, per la democrazia del calcio

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La democrazia del calcio si mette in scena domani e domenica a Taranto. Chiama a raccolta le esperienze di auto-organizzazione e partecipazione diretta per fare un bilancio delle cose fin qui realizzate, e per lanciare un messaggio a tutti i gruppi che volessero intraprendere quella strada. Il messaggio è: si può fare. Un calcio sostenibile e democratico è non soltanto alla portata, ma è anche un dovere di cui i tifosi devono farsi carico. Soprattutto, il raduno di Taranto avviene in un momento che vede il calcio italiano in pieno sfacelo economico e morale, ormai assuefatto a scandali e veleni come se appartenessero all’ordinario stato delle cose. E invece salvare il calcio si può. Ma soltanto a patto di ripensarlo dalle fondamenta, dando un ruolo più attivo e partecipativo ai tifosi e permettendo loro di accedere alla governance dei club.

Per tutte le ragioni appena esposte si tiene, nei giorni di domani e domenica, la seconda assemblea annuale di Supporters in Campo, l’associazione nazionale costituita dai soggetti che nel corso degli ultimi anni hanno intrapreso l’esperienza della mobilitazione diretta e della partecipazione da parte dei supporter, pronti a schierarsi in difesa di una storia calcistica locale. La scelta di Taranto come sede dell’assemblea è il riconoscimento verso una delle esperienze più avanzate fra quelle condotte in Italia. È l’esperienza della Fondazione Taras, nata nella primavera del 2012. Era un momento in cui il Taranto si batteva sul campo per conquistare la serie B, ma fuori dal campo la società continuava a essere insolvente collezionando penalizzazioni in classifica. E così una squadra che, grazie ai punti conquistati sul campo, avrebbe guadagnato la promozione diretta si ritrovò a fare i play off e a perderli. La società sarebbe fallita e sparita poche settimane dopo, ma a quel punto le rappresentanze dei tifosi si fecero trovare pronte e riuscirono nell’impresa di far ripartire immediatamente il Taranto dalla serie D grazie alla fondazione costituita durante i mesi in cui il club scivolava verso la catastrofe.Senza quell’atto di lungimiranza, Taranto avrebbe rischiato di rimanere una stagione senza il suo club più rappresentativo.

La seconda assemblea nazionale di Supporters in Campo sarà l’occasione per fare un bilancio sullo stato dell’arte in Italia per quello che riguarda le esperienze di partecipazione dei tifosi e per discutere sulle prospettive del calcio del nostro Paese. A questo secondo obiettivo mira il dibattito che aprirà la due giorni tarantina, con sede presso il Polo Universitario Jonico. Esso verrà introdotto dal presidente della Fondazione Taras, Gianluca Mongelli, e dal viceresponsabile dell’Ufficio FIGC per le licenze Uefa e il Fair Play Finanziario, Alberto Zamboni. Successivamente, dopo l’introduzione di Antonia Hagemann, rappresentante di Supporters Direct Europe, prenderanno la parola, oltre al sottoscritto: Federico Smanio (Responsabile Marketing e Supporters Liaison Officer della Lega di Serie B), Paola Calcagno (Supporters Liaison Officer del Genoa), Fulvio Paglialunga (giornalista e scrittore), e David Miani (rappresentante dell’U.S. Ancona 1905, il club che come abbiamo raccontato nelle scorse settimane è il primo a finire sotto il controllo diretto dei suoi tifosi LEGGI QUI). Modera il dibattito l’avvocato Diego Riva, presidente di Supporters in Campo e consulente di Supporters Direct Europe.

La seconda giornata sarà dedicata al confronto tra le associazioni di tifosi che, nella forma dell’azionariato popolare o del supporters trust, hanno consolidato l’esperienza della partecipazione: oltre ai già citati casi di Ancona e Taranto, abbiamo quelli di Arezzo, Ascoli, Bari, Barletta, Cava dei Tirreni, Cosenza (presente con due realtà associative) L’Aquila, Lecce, Lucca, Modena, Nocera, Rimini, San Benedetto del Tronto, Terracina, Tortona, Venezia, Verona. E altre realtà si stanno aggiungendo. Molto significativa è quella di Parma, che si appresta a ripartire dalla serie D con tifosi pronti a promuovere un modello di calcio più sostenibile. Anche a Messina un gruppo di sostenitori ha mosso i primi passi in questa direzione, così come a Catania. Dove lo squallore emerso dalle intercettazioni sui treni numerati ha forse impresso la spinta decisiva affinché la gente rossazzurra prenda in mano la propria storia calcistica e il suo destino. Sarebbe la risposta più bella al marciume.

Pippo Russo, articoloA Taranto, per la democrazia del calcio”, pubblicato il 26/6/2015 su calciomercato.com

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