Tracciare dei confini all’impero calcistico di Jorge Mendes? Impossibile. Si potrebbe soltanto fissarne un punto di partenza: la Gestifute, agenzia fondata nel 1996 e diventata la più ricca al mondo in poco più di 15 anni. Una stima sul suo fatturato annuo parla di 400 milioni, ma si va per difetto perché la rete d’attività che da quel centro si diparte è fitta e ramificata da smarrirsi. E probabilmente lo stesso Jorge Paulo Agostinho Mendes, 47 anni il prossimo 7 gennaio, non immagina di poter arrivare così in alto quando l’avventura parte. Ha trent’anni, e fino a quel momento per lui il mondo del calcio è stato avaro di soddisfazioni. Col pallone ci sa fare poco e ne è consapevole. La leggenda narra che da ragazzino lo facessero giocare perché lui portava non già il pallone, ma addirittura il campo. Quello della Petrogal, l’azienda che produce combustibili fossili controllata dal colosso ex statale Galp Energia (di cui l’Eni possiede una rilevante quota) e che dà il nome al quartiere di Lisbona in cui Mendes cresce.
Nello stabilimento lisboeta lavorava il padre con le mansioni di portiere; nel senso di addetto alla portineria, non di guardapali. Avendo l’accesso libero al campo aziendale, il piccolo Jorge giocava quando e con chi gli pareva, e questo lo portava a privilegiare il calcio agli altri sport praticati in gioventù: karate, atletica leggera. Crescendo fa una modesta carriera da calciatore, comprendendo presto che rimarrà nel mondo del calcio soltanto dedicandosi a altro. Facendo fruttare il fiuto per gli affari. Come fa quando rinnova il contratto da calciatore con la Lenhense, club della terza divisione portoghese. In quell’occasione Mendes negozia una decurtazione dell’ingaggio ottenendo in cambio dal presidente del club la gestione della cartellonistica pubblicitaria. Quando a trent’anni smette col calcio giocato apre una discoteca, dopo che negli anni precedenti aveva gestito un videonoleggio e aiutato il fratello a mandare avanti un’azienda specializzata nel commercio di resine. La discoteca di Mendes prende da subito a essere frequentata da calciatori; e questo connubio tra sport, tempo libero e vita mondana si rivelerà per Jorge un’intuizione vincente.
Ma quando Mendes inizia il cammino post-agonistico nel mondo del calcio il mercato portoghese è dominato da altre figure. Quella di Manuel Barbosa, primo agente Fifa nella storia lusitana, ma soprattutto quella di José Veiga, fondatore dell’agenzia Superfute e dominus assoluto del calcio portoghese fino all’inizio degli anni Duemila. Quando Mendes prende la procura del primo calciatore, il portiere Nuno Espirito Santo del Vitoria Guimaraes del quale negozia il passaggio al Real Saragozza in Spagna, Veiga entra in fibrillazione. Il vecchio agente subodora la scalata del rampante. I due arrivano quasi allo scontro fisico nell’estate del 2000 all’aeroporto lisboeta di Portela. Motivo: la procura di Luis Figo. Che molla Veiga dopo essere stato portato da quest’ultimo al Barcellona e al Real Madrid (e avere in precedenza firmato due contratti in contemporanea con Juventus e Parma rischiando la squalifica). Nel giro di pochi anni Veiga cade in disgrazia. Il lancio della sua Superfute alla Borsa di Parigi è l’ultimo atto di hybris, unitamente all’ingresso nei quadri dirigenziali del Benfica che lo costringe a rimettere la licenza di agente. Poi arriva per lui il crack finanziario intanto che Mendes gli fa terra bruciata intorno portandogli via tutti i calciatori di maggior valore.
Ovvio che Mendes ci sappia fare. Poco a poco diventa l’agente più ricco e potente d’Europa. Lo fa aggiudicandosi le procure non soltanto di calciatori, ma anche di allenatori. Su tutti, José Mourinho. Nel 2004 lo Special One rompe col suo agente, il brasiliano Jorge Baidek, per affidarsi a Mendes. Da lì nasce un sodalizio a prova di bomba. Ovunque vada, il tecnico portoghese pretende l’ingaggio di calciatori rappresentati dalla Gestifute. Ne sa qualcosa Massimo Moratti, indotto a acquistare per 25 milioni Ricardo “Trivela” Quaresma: ovvero, il più grande bidone della storia interista recente, ultimamente cacciato via persino dai turchi del Besiktas. Superfluo dire che anche Cristiano Ronaldo sia un uomo di Mendes. E chissà come mai, nei giorni che vedono Mourinho in gravi difficoltà a Madrid, CR/7 minaccia di non rinnovare con le merengues. Un gioco di squadra fatto con altri mezzi. Nei mesi scorsi s’era parlato di un ingaggio come dirigente presso la Real Casa anche per Luis Figo. In sostituzione di Zinedine Zidane, la cui testa è stata pretesa proprio da Mourinho come nei mesi precedenti era successo a Jorge Valdano.
Mendes non si ferma mai, e le sue mani si allungano ovunque. Si parla di lui come vero animatore di Quality Football Ireland, un fondo d’investimento finito nel mirino della Fifa e diretto dall’ex CEO del Chelsea, Peter Kenyon. Mendes nega coinvolgimenti ma non convince nessuno. Per di più, la ditta Mendes&Kenyon fa capolino anche in seno alla Creative Artists Agency, un’agenzia che cura gli interessi di personaggi dello sport e dello spettacolo. David Beckham e Cristiano Ronaldo figurano in una lista di oltre 700 star della quale fanno parte anche Alanis Morissette, Eric Clapton, Annie Lennox. Tutto quanto fa entertainment.
Un potere troppo diffuso e un raggio d’azione troppo ampio, quello di Mendes, per non destare sospetti. La stampa inglese gli sta addosso da tempo e accelera con le inchieste dopo il misterioso passaggio del ventenne attaccante Bebé dal Vitoria Guimaraes al Manchester United nell’estate del 2010. Sir Alex Ferguson ammette di non averlo mai visto giocare, e tuttavia è lui a avallare un acquisto da 9 milioni di euro. Tre dei quali finiscono a Mendes per il disturbo. Bebé gioca soltanto due partite di campionato coi Red Devils e nel 2011 viene spedito in prestito al Besiktas (un’altra volta…). Nei mesi scorsi la polizia portoghese ha aperto un’inchiesta sull’affare. Le indagini sono in corso. Che la parabola di Mendes stia calando? Sì, secondo l’agenzia brasiliana specializzata in analisi finanziaria dello sport “Pluri Consultoria”. Che ai primi di questo mese annuncia la perdita della leadership mondiale da parte di Gestifute. Il sorpasso è avvenuto a opera della Mondial Sport, un’agenzia francese gestita Costantin Dumitrascu. Nulla dura per sempre, e alla fine si trova sempre qualcuno più rampante di noi.
@pippoevai