Sogno Cavese – Una nuova primavera per Sogno Cavese

Cavese-Una nuova primavera

E’ passata poco più di una settimana dalla fantastica giornata del 21 aprile, dal primo torneo “Il calcio è della gente!”. E’ tempo di tracciare un primo bilancio di un evento fortemente voluto dalla nostra associazione, che in teoria doveva essere realizzato su più giornate, ma così non è stato a causa di problemi di natura organizzativa palesati dalla gran parte dei circoli didattici cavesi. Tuttavia, grazie alla disponibilità e all’impegno della professoressa Daniela Romano ed alla disponibilità di alcuni genitori, abbiamo potuto contare sulla partecipazione del 4° Circolo didattico.
Descrivervi la giornata di domenica è davvero impossibile, tant’è che in questi giorni abbiamo preferito far parlare le foto e i video che, concorderete, valgono più di tante parole. Sottolineiamo volentieri la presenza sempre gradita della Cooperativa Sociale “La Fenice”, presente con un proprio stand e che ha deliziato la platea, nei momenti prima della premiazione, con un bel momento musicale.
Facciamo i complimenti all’associazione AMPER, presente con una propria squadra al torneo e con una bella, numerosa e chiassosa “tifoseria” al seguito.

E proprio per la grande partecipazione, per il fair play dimostrato e per le tante bambine schierate in campo che una giuria appositamente formata per il Torneo ha decretato la vittoria della coppa “Pupainiello”, un trofeo speciale che affiancava le classiche premiazioni per i migliori classificati, per la squadra degli amperini.
Per la cronaca questa la classifica finale del torneo:
1° San Martino School
2° Dragoni
3° F.C. Santa Lucia
4° Amperini

Il torneo, quindi, oltre alla parte puramente sportiva ha visto anche momenti di confronto con la partecipazione speciale della dirigente scolastica dell’istituto comprensivo Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro, prof.ssa Maria De Biase, la protagonista oltre ogni aspettativa del mangiar sano a scuola.
Famoso sul web il video EcoMerenda, che sta muovendo la coscienza di un bel po’ di persone sulla cattiva alimentazione dei nostri figli; ebbene i docenti, i genitori e i bambini presenti al torneo di domenica hanno potuto ascoltare dal vivo le parole e l’esperienza della De Biase, diventata famosa nonostante parli di una cosa semplice da realizzare, ma come lei stessa suggerisce “proprio perchè facile da realizzare la gente non la vuole fare”.

Insomma una bellissima giornata ben sintetizzata da un commento sul nostro profilo facebook di Maria Sorrentino:
“Dove ci sono i bambini c’è vita, c’è gioia! Per noi adulti è più quello che si riceve che quello che si dà!”
Non aggiungiamo altro anche perché è forte il desiderio di questa Associazione continuare a fari spenti su questa strada; una strada difficile da percorrere perché gli schemi imposti dall’alto e quelli inculcati nella testa della gente non vedono di buon occhio i nostri principi, ciò che noi siamo.
Parlare di calcio in un momento storico così difficile per la nota crisi economica che deprime la nostra società non è cosa semplice, ma ci offre, anche se per pochi istanti, la possibilità di rifugiarci nelle nostre passioni.
Tempo addietro attraverso la nostra pagina facebook è stato proposto un sondaggio, riproposto più dettagliatamente al Torneo, sulle motivazioni per le quali gli stadi italiani fossero sempre più vuoti; tutte le risposte, più o meno, individuavano le istituzioni e le proprietà sempre meno attente alle esigenze dei tifosi, come parte fondamentale del problema di cui sopra. E’ sempre facile individuare negli altri il problema e difficilmente si ammette di essere il problema.

Negli ultimi anni in Italia si è intensificata la crisi per le società di calcio, e oltre alla nostra Cavese anche altre società hanno dovuto subire l’onta della non iscrizione prima, e del fallimento poi. I tifosi, quasi sempre, hanno reagito con orgoglio, ma poi, in quasi tutti i casi, sono rimasti schiavi del sistema.
E voi direte, giustamente, “e cosa bisognava fare?”
Il problema è “cosa non bisognava fare.” E certamente, non si doveva perdere l’unità, l’unica cosa che avrebbe resistito al logo, al marchio e al simbolo. Oggi, in molte piazze italiane, si assiste ad una serie infinita di messinscena della peggior specie, poiché in queste situazioni di debolezza delle tifoserie, hanno vita facile avventurieri, “riciclatori” e politici approfittatori. In situazioni del genere è facile che chi decide di operare per salvare un pizzico di dignità e amor patrio viene messo alla berlina ed eletto a capro espiatorio. E’ successo all’estero tanti anni fa, succede in Italia oggi. Quando poi, questi ultimi scompaiono dalla scena, i problemi non vanno via miracolosamente, gli stadi non si riempiono (anzi), l’unità non torna e la passione non è di tutti ma solo di una parte che, schiava del calcio moderno, la dà vinta al sistema.
Anche noi abbiamo voglia di avere un punto di riferimento domenicale, abbiamo l’esigenza di riconoscerci in una squadra di calcio, e purtroppo, come per tantissimi cavajuoli, la molla non è scattata. “Perché in molte piazze i gruppi si sciolgono, la gente non va più allo stadio, i titoli si scambiano al miglior offerente?”

E’ solo una questione di marchio, di nome e di simboli?

Lascia un Commento