La semplicità delle idee, chiave per il successo

In Germania, da tempo si fanno cose semplici ma efficaci. La Bundesliga era un campionato di secondo livello fino ad una decina di anni fa, ma adesso le cose sono cambiate e senza timore di smentita si può affermare che adesso si trova ai vertici del calcio europeo.

Si potrebbe obiettare che il Bayern Monaco sia una società che ha introiti eccezionali, basati su investitori che mettono molti soldi nella squadra, ma non è del tutto vero. Innanzitutto il club è sempre in attivo, condizione imprescindibile per qualsiasi club della Bundesliga affinché il club possa iscriversi al campionato dell’anno successivo. Poi, gli introiti del club sono in linea di massima (ed è così per tutti i club maggiori del campionato tedesco) suddivisi tra incassi dagli sponsor, diritti televisivi e biglietteria dello stadio, condizione virtuosa che permette ai club di sopravvivere senza puntare solamente sulla pay-TV come succede per il calcio Italiano.

Inoltre, il calcio tedesco conta su una affluenza da record, 45,134 spettatori in media a partita durante la stagione 2011-12, la media maggiore al mondo per quanto riguarda il calcio e seconda per gli sport in genere. Come si fa ad ottenere un risultato simile, visto e considerato che ad esempio in Italia, e non solo per la crisi economica attuale, la presenza agli stadi sta continuamente diminuendo?

Basta dare un’occhiata alle politiche messe in atto dalle istituzioni economiche e sportive tedesche. Prezzi bassi (i più bassi rispetto agli altri campionati di vertice europei), una percentuale fissa di biglietti destinata agli spettatori della squadra avversaria, con treni organizzati appositamente per permettere alle tifoserie di spostarsi con comodità e in modo sicuro. Un maggiore controllo sulle società, consentito dal fatto di possedere la maggioranza 51% della proprietà da parte dei tifosi, che permette di indirizzare senza brutte sorprese la politica del club, una attenzione sempre più attenta dei vivai, con una consistente percentuale degli introiti dei club dedicata appositamente e obbligatoriamente allo sviluppo delle squadre giovanili, con i frutti che si vedranno in questi anni.

Inoltre, e questo è un ennesimo schiaffo che l’Italia riceve da sé stessa, le squadre tedesche hanno approfittato del mondiale di calcio per costruire stadi molto capienti e innovativi fatti apposta per poter fruire dello spettacolo del calcio, al contrario dello sperpero di soldi perpetrato durante Italia ’90, quando furono realizzati (spesso superando i budget preventivati) molti stadi che adesso giacciono semi inutilizzati a causa della loro scarsa adeguatezza. Aver buttato 250 miliardi di lire per fare lo stadio delle Alpi a Torino per poi doverlo buttare giù per sostituirlo con il nuovo stadio bianconero, è solo uno degli esempi dell’incapacità tutta Italiana di fare cose sagge.

Anche in Italia le cose iniziano a cambiare, ma si procede più per disperazione – visti i risultati – che per effettiva convinzione. Si possono fare alcune cose semplici ma efficaci per portare i tifosi di nuovo allo stadio, nel solco già tracciato da altre nazioni prima di noi. Dobbiamo tutti pretendere che la politica sportiva ed economica cambi registro verso il calcio. La cosa più difficile è riuscire a capire che l’Italia sta ancora sbagliando, profondamente, per poter tornare sui propri passi prima possibile, prima che anche il calcio sprofondi in quel abisso nel quale la società civile si trova già da tempo.

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